IL PONTE DELL'ARCOBALENO

Se per gli esseri umani buoni c’è il Paradiso, dove vanno i nostri amici animali quando muoiono? C’è un’antica leggenda, tramandata dalle tribù degli Indiani d’America, che parla del Ponte dell’Arcobaleno. Questa dolcissima leggenda è dedicata a tutte le persone che soffrono per la perdita di un animale e a tutti gli animali che hanno amato un essere umano durante la vita.

 

Fonti: petpassion.tv, beavercreekfarm.co

 

 

 

 

LA LEGGENDA

Proprio alle soglie del Paradiso esiste un luogo chiamato il Ponte dell’Arcobaleno.

Quando muore un animale che ci è stato particolarmente vicino sulla terra,

quella creatura va al Ponte dell’Arcobaleno.

E’ un posto bellissimo dove l’erba è sempre fresca e profumata,

i ruscelli scorrono tra colline ed alberi

ed i nostri amici a quattro zampe possono correre e giocare insieme.

Trovano sempre il loro cibo preferito,

l’acqua fresca per dissetarsi ed il sole splendente per riscaldarsi,

e così i nostri cari amici sono felici:

se in vita erano malati o vecchi qui ritrovano salute e gioventù,

se erano menomati o infermi qui ritornano ad essere sani e forti

così come li ricordiamo nei nostri sogni di tempi e giorni ormai passati…

Qui i nostri amici che abbiamo tanto amato stanno bene, eccetto che per una piccola cosa,

ognuno di loro sente la mancanza di qualcuno molto speciale che ha dovuto lasciarsi indietro…

Così accade di vedere che durante il gioco qualcuno di loro si fermi improvvisamente e scruti oltre la collina,

tutti i suoi sensi sono in allerta, i suoi occhi si illuminano

e le sue zampe iniziano a correre velocemente verso l’orizzonte, sempre più veloce…

Ti ha riconosciuto e quando finalmente sarete insieme,

lo stringerai tra le braccia con grande gioia, una pioggia di baci felici bagnerà il tuo viso,

le tue mani accarezzeranno di nuovo l’amata testolina

e i tuoi occhi incontreranno di nuovo i suoi sinceri che tanto ti hanno cercato,

per tanto tempo assenti dalla tua vita, ma mai dal tuo cuore..

E allora insieme attraverserete il Ponte dell’Arcobaleno per non lasciarvi mai più…

I NOSTRI PELOSETTI SUL PONTE

Anche noi di Zampe D'Oro abbiamo dovuto salutare alcuni nostri amici pelosi, chi più fortunato aveva trovato in vita una famiglia splendida che lo ha adottato e amato, chi invece non ha mai potuto provare la gioia di una casa....

Ginger, Pierino, Neve, Wolf, Zoy, Fred, Hardy, Mia, Lola e Jim... ecco le loro foto e le loro storie

 

Arrivederci, piccoli... 

GINGER

Ginger fu la prima...

PIERINO

Trovato con un pezzo di catena al collo...

NEVE

Neve...

WOLF

Sei stato poco in una casa...

ZOY

Piccolo Principino...

SANSONE

Quando stavi per essere accolto finalmente in una famiglia, il destino ha deciso diversamente.... ciao sfortunato cagnolone...

E POI CI SONO LORO....

I "FIGLI DI NESSUNO"...

Loro. I "figli di nessuno".

Quelli che nascono in un campo, in una buca del terreno, perché la loro mamma è stata abbandonata, magari incinta, o magari non sterilizzata e poi è rimasta incinta.

Quelli che imparano subito a dover lottare per il cibo, quelli che il più forte se la cava, e magari il più debole non ce la fa.

Quelli che sono stati abbandonati, o quelli che sono fuggiti da un destino avverso.

Quelli che quando piove devono cercare un riparo di fortuna, e se sono sfortunati non lo trovano.

Quelli che hanno paura dei tuoni e vorrebbero nascondersi al buio quando c'è il temporale, e invece la luce dei lampi li illumina in un luogo che pare irreale.

Quelli che non hanno mai una carezza, non sanno cos'è l'amore.

Quelli che quando trovano un essere umano che ha pietà di loro, che porta loro del cibo, che li ama e parla con loro, si aggrappano a lui e sono capaci di amarlo, a modo loro.

Quelli che sono felici quando vedono il "loro" umano che tutti i giorni instancabilmente dedica loro del tempo.

Quelli che sono nati liberi, e liberi rimarranno, a volte "fino alla morte". Già, perché loro, i figli di nessuno, sono i randagi. I randagi che forse sognano di dormire al caldo, su un cuscino morbido, ma tanti di loro non sapranno neanche mai come è fatto.

Quelli che liberi nascono, liberi vivono.... e liberi muoiono. Sì, perché loro vivono nel pericolo. Perché loro, i randagi, devono fare i conti col pericolo tutti i giorni. E qualche volta il pericolo si veste da essere umano malvagio, qualche volta da auto o camion, qualche volta da un animale diverso. E quella volta, i "figli di nessuno" non hanno scampo.

Alla gente comune, a quelli per cui loro sono solo randagi, non interessa. "Tanto.... era solo un randagio"...

E invece ai volontari che li hanno amati, che li hanno nutriti di cibo e carezze quando si lasciavano avvicinare, a loro si spezza il cuore quando un randagio muore. Muore solo. E magari aveva un amico con la coda che non vuole arrendersi, vorrebbe risvegliarlo, vorrebbe tornare là dove correvano insieme in un prato. Ma il suo amico non corre più, ormai.

 

Mia, Lola e Jim. Loro erano i figli di nessuno che avevano incontrato un volontario che li ha amati, Guido.

Mia era con il suo fratellino e la sua sorellina, erano piccoli, loro tre. Alla scoperta del mondo... che per Mia è stato ostile....

Lola, la compagna di una vita di Nerone. Nerone adesso è solo, ha cercato la sua compagna e quando l'ha trovata lei era immobile... l'ha vegliata. Ma adesso Nerone si sente perso, vuole tornare dove andava sempre a rifugiarsi con lei... chissà, magari lei è ancora là che lo aspetta.

Jim. Quasi nessuno sapeva il suo nome... lui era libero nel modo più totale, non si avvicinava all'essere umano. Lui era uno dei cani neri del branco, e con i suoi amici scorrazzava. Ma un destino crudele correva più veloce di lui, e Jim ora corre nei prati verdi del ponte Arcobaleno.

 

Ricordiamoli così, tre dei tanti cani del Vesuvio che almeno per qualche anno, mese, settimana, hanno conosciuto l'affetto di Guido.

E avevano l'affetto delle zie lontane di Zampe D'Oro, anche se non lo sapevano, perché le zie di Zampe D'Oro li amano tutti. Giovani, anziani, in salute, malati, vivaci, stanchi.

Loro, i figli di nessuno, adesso sono angioletti con la coda.